10/01/2025

La pillola della serenità

Quanta paura, quanta ansia ha vissuto Maria al momento dell’annunciazione? A una ragazza che nel suo futuro si prefigurava uno sposo già promesso viene prospettata una missione in favore dell’umanità, vivendola in modi che lacerano il suo sogno: “una spada ti trafiggerà l'anima” (Lc 2, 35).

Come lei, anche noi, a volte, ci troviamo a vivere delle situazioni che mettono sottosopra la nostra normalità e, consegnandoci all’ignoto, ci rendono spaventati, disorientati, ansiosi.

Ecco allora che l’angelo, rivolgendosi a Maria (a noi), fa precedere l’annuncio di questa rivoluzione esistenziale con delle parole che le permetteranno di affrontarla senza esserne travolta e morirci dentro: Rallegrati, tu che sei stata riempita della Grazia di Dio: Lui è con te!

Leggiamo questa frase a partire dalla fine, tenendo come sfondo la situazione ansiogena che stiamo vivendo.

Il Signore è con te. Il Signore: Colui che tiene nelle sue mani l’esistenza e la Vita. “Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita” (Ap 22, 13. 17).

Questo “Signore” è con te. Non “sarà” con te, ma “è” con te. Adesso, subito, in questo preciso momento. Accorgitene, guardalo, gustalo, riempiti della sensazione di questa sua presenza.

Luca, che si esprime in greco antico, per dire “con” te poteva usare la preposizione “sun”, che indica un’unione intima, una fusione; ha scelto invece la preposizione “metà”, che mostra qualcosa che ti copre, che ti avvolge come un abbraccio, che dei due fa uno senza togliere a nessuno dei due la propria individualità. Giuliana di Norwich diceva: “alla fine tutto sarà bene perché il Signore è con te” e mostrava, per farci capire la relazione con Lui, l’immagine di un caldo cappotto che ti avvolge e ti ripara dal freddo.

Il Signore, dunque, è presente adesso, in questa situazione o tutto attorno a essa. Come? In che cosa? Non hai da inventarlo, ma da accorgertene. Tira fuori la testa, solo per un attimo, dalla tua sofferenza, dalla tua ansia, e guarda per sorprenderti, accorgendoti di ciò che c’è ma tu non avevi occhi per vedere, preso da questa situazione che occupa tutto il tuo spazio mentale. E il tuo cuore comincerà allora a mettersi in sintonia con quello di tante persone che nella Bibbia hanno sperimentato la stessa ansia e si sono sentite rivolgere queste stesse parole: “Non temere: io sono con te”.

Ma puoi essere forte e uscire vittorioso da questa situazione non solo perché “io sono con te”: io non sono con te perché posso fare un miracolo e risolvere tutto; tu sei il mio miracolo, tu sei colui che, riempito dei miei doni e della mia fiducia, io ho messo in questa situazione per risolverla. Tu sei il mio “unto”, il mio inviato, la mia risorsa per il cambiamento. Se non tu, chi? Se non ora, quando? «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1, 11). E allora questo è il mio messaggio per te, che si contrappone a quello di disastro che la tua ansia ti sta suggerendo: “Rallegrati!”.

Assurdo, vero? Come è assurdo, contrario al comune sentire, quello che dice Gesù: Quando gli uomini, quando le situazioni vi stanno distruggendo, rallegratevi. No, anzi, di più: saltate di gioia! (Mt 5, 11-12). Perché rallegrarti? Perché è cominciata la tua avventura di essere me in questa tua situazione. Ignazio, giunto alla periferia di Roma, al capitello della Storta, chiede a Maria “Mettimi con tuo figlio”. C’è un altro modo di essere con Cristo se non quello di essere con Lui nella morte per fare esperienza di risurrezione?

“Vogliamo essere con te nella tua gloria, uno alla destra e uno alla tua sinistra”, chiedono a Gesù Giacomo e Giovanni. “Voi non sapete quello che chiedete”: credete che la mia sia una via facile, di successo in successo? “Il calice che io bevo anche voi lo berrete”: è la via di tutti gli uomini. A nessuno sono concessi sconti o protezione dalle difficoltà della vita. Ma tutti possono viverla nello spirito del Cristo -nella fede, nella speranza, nell’amore- e, “come siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione” (Rm 6, 5).

Michele Bortignon