10/02/2017

Il giusto vivrà per fede

31 ottobre1517- 31 ottobre 2017: cinquecento anni sono trascorsi dacché Lutero affisse alla porta della cattedrale di Wittemberg le sue novantacinque tesi, di fatto dando avvìo alla riforma protestante. Posizioni inconciliabili? Incapacità di ascoltare le reciproche ragioni? Preghiamo perché il dialogo avviato continui, rendendo ricchezza le differenze.
Nel frattempo, a modo nostro vogliamo sentirci vicini ai fratelli protestanti in questa ricorrenza provando a dare voce a Martin Lutero, immaginando un suo dialogo con se stesso in cui ci parli della propria esperienza del peccato e della misericordia di Dio, nucleo della sua fede e motore della riforma da lui auspicata.
Non sei tu che ti rendi giusto riuscendo a non peccare o, peggio, giustificando ciò che fai come fosse buono.
Prendine atto: non ce la fai.
Continuare a confessarti è un altro modo di continuare a rimanere attaccato a Cristo, come la preghiera, ma nemmeno questo, in sé, ti rende giusto.
E’ Cristo che ti rende giusto in quanto sei in Lui, sei rivestito di Lui, non perché sei diventato giusto come Lui.
Non c’è rimedio: continuerai a peccare e a starci male perché pecchi.
Sei uomo, non Dio.
Ma Dio ti fa Sé per dono.
Ti fa figlio per adozione.
Nel momento in cui stai peggio perché ti senti lontano da Lui, alza gli occhi: incontrerai lo sguardo di un padre; alza le mani: Lui ti tirerà in braccio a Sé.
Perché Lui c’è e tu ci sei per lui.
Non è perché ti sei ripulito dal tuo peccato che Dio ti accoglie, ma con il tuo peccato, per mostrarti che Lui è più forte del tuo peccato, che il suo amore per te non ha paura né schifo di nulla. E a darti la Vita sarà la dolcezza di questo suo amore, non la soddisfazione di sentirti pulito e a posto. Davanti a tutti, così come sei, Dio grida che sei suo, che niente e nessuno potrà mai separarti dal suo abbraccio.

Nello scoraggiamento per la mia fragilità e incapacità di superarla, il rischio è di arrendermi al mio peccato e di conviverci.
No!!! Mi arrendo alla tua misericordia, Signore; accetto sia tu a dovermi rendere giusto riempiendo continuamente il mio vuoto di capacità con l’immensa ricchezza della tua grazia.
E il mio peccare…?
«Centrati in me e non sul tuo peccato», mi dici. «Da qui, dall’io in te e dal tu in me, nascerà il bene che io voglio essere e compiere attraverso di te. E… dalla tua lotta col peccato… pure da qui nascerà un bene.
E, alla fine, tutto sarà bene».

Per secoli i cristiani si sono combattuti tra loro, tacciandosi reciprocamente di eresia, ciascuno affermando che il suo era il solo modo giusto per rapportarsi con Dio. Questo di Lutero è uno. Un altro –un po’ più cattolico- lo vedremo nel prossimo post, ma cento altri ce ne sono che nascono non solo in persone diverse, ma anche nella stessa persona in momenti diversi della stessa situazione e in fasi diverse della sua crescita spirituale.
Riconoscerlo è il primo e fondamentale passo per sentirci compagni di cammino che si arricchiscono delle reciproche differenze e superare così le attuali divisioni.


                                                                                                  Michele Bortignon