3/01/2018

Ma il demonio esiste?


L’altro giorno una persona chiedeva il mio parere sulla realtà e la presenza del demonio, che le sembrava di percepire nella cattiveria con cui la sua capa trattava lei e le sue colleghe. E, ancora, citava fatti inspiegabili che nel passato le avevano creato un forte disagio. Dietro al male di cui facciamo esperienza, fuori e dentro di noi, c’è dunque una realtà personale che lo pensa e lo agisce?
Questa realtà sembra emergere, ad esempio, nel discernimento, in cui analizziamo le mozioni dello Spirito del bene e dello spirito del male. Esiste allora una forza che ispira al bene, che chiamiamo Dio, e una forza che tenta al male, che chiamiamo demonio? Sì, si tratta di forze che promanano da realtà che possono però essere spiegate senza scomodare il soprannaturale. Abbiamo in noi un sano istinto di sopravvivenza con cui cerchiamo di fuggire da situazioni che avvertiamo danneggiarci e dirigerci invece verso situazioni in cui intravediamo un bene. Ma questo istinto può essere miope, quando consideriamo il bene solo nell’immediato, o lungimirante, quando teniamo conto che è bene ciò che ci realizza con gli altri (perché la nostra felicità è nell’essere in relazione) e in quel che saremo domani. Ecco allora che lo spirito del male possiamo identificarlo con la paura di perdere quel piccolo bene che possediamo o di non riuscire ad ottenere quel bene che cerchiamo con ansia; e questo ci rende disposti a tutto, anche a calpestare gli altri. Lo Spirito del bene possiamo invece identificarlo con la Bellezza che ci vuole mettere in sintonia con sé, rendendo tutto meraviglioso, armonico, gustoso, in noi e attorno a noi.
La tenerezza o la volgarità di rapina nell’uso del corpo, la possibilità di aiutare o lo sterile arricchimento nell’uso dei soldi, il cambiare il mondo per il bene di tutti o per il proprio interesse nell’uso del potere sono esempi di come il seguire la Bellezza o la Paura ci portino su strade diametralmente opposte. E con il nostro seguire l’una o l’altra la rendiamo presente e concreta nel nostro mondo, capace di influenzare altri. Siamo dunque noi a creare e ad alimentare gli “spiriti” con i nostri comportamenti. Facendo però un importante distinguo: che il BENE, in quanto crea la vita, esiste, ed è il modo di essere, la sostanza della realtà e, come tale, ciò che le conferisce il sui senso (per cui lo Spirito Santo, che è Dio, preesiste e orienta il nostro fare il bene). Il male, come abbiamo detto, è un’illusione di bene e quindi una mancanza di bene, un vuoto, un Nulla che annulla. Il MALE, dunque, non esiste in sé (cadremmo altrimenti un una visione dualistica in cui a un Dio del bene si contrappone un Dio del male), e ciò che vediamo come tale è una costruzione delle nostre reazioni miopi.
Ma - si potrebbe obiettare – c’è anche un male che viene dalla natura del mondo: un terremoto che distrugge, una malattia che uccide sono errori di percorso di un Dio che vuole il bene e che così si dimostra incapace o impotente?
L’unica risposta sensata è quella che Dio stesso ci ha dato nella Pasqua: la crocifissione di Cristo è stata un errore di percorso? O ciò che ne è seguito dimostra che è meglio tacere e sperare, perché quel che ci appare male, vissuto con Dio, è l’ambito in cui può nascere una Vita che mai avremmo potuto umanamente concepire?
Dio tiene saldamente in mano il mondo e la storia, non però imponendo una dittatura del bene, ma rendendo l’uomo con-creatore di questo bene additandone la via in Cristo e partecipandogli il suo Spirito.
Il demonio, dunque? Sfrattiamolo dai luoghi dei misteri terrorizzanti, su cui presto o tardi farà luce l’umana capacità di comprendere. Teniamolo invece, se ci fa comodo, per indicare tutte quelle realtà che ci distolgono dal fare il bene in comunione con Dio e ci fanno chiudere in noi stessi in una tristezza illusa di potenza.
                                                                              Michele Bortignon