«A volte non sono sicura che Dio
esista…» mi confidava un’amica che dedica tutto il proprio tempo libero ad
aiutare le persone a incontrarLo. «Ma tu ci credi davvero?».
«Non lo so…», le rispondo. «Chi
può dire chi o che cosa è Dio? Io so solo che c’è Qualcosa che mi fa stare
profondamente bene quando sono in Lui, che mi porta ad agire contro il mio
piacere e il mio interesse immediati per realizzare qualcosa di più grande e di
più bello, che mi apre davanti orizzonti impensati in cui la vita è più Vita e
io divento più uomo. So che questo c’è perché agisce su di me. E, questo, io lo
chiamo “Dio”».
Lei rimane pensierosa e poi dice
di essere diventata allergica a chi definisce con troppa sicurezza Dio: «Ieri
sera, alla lectio, quattro idee su Dio, che è così, così e così… . Ma Dio con
me è sempre così imprevedibile, sorprendente, diverso da come me lo
aspettavo…!».
Un Dio “oltre” che ti fa
diventare altro da quel te stesso ingessato e limitato in cui ti senti ora
tanto comodo e ora troppo stretto.
E’ sano questo ateismo che non si
accontenta di un Dio che puoi comprendere e quindi manipolare per soddisfare i
tuoi bisogni.
Solo quando resti a bocca aperta
e senza parole puoi dire che Dio ti ha sfiorato la schiena con la sua mano
aprendo per un attimo davanti a te uno squarcio tra le nubi.
«E’ il tuo credere in Lui che lo
fa esistere per te!» potrebbe dirmi un ateo.
O è il Suo credere in te che ti
fa esistere e tu non lo vedi perché semplicemente sei parte di Lui?
…
Spesso i pensieri spaziano e
vagano; vanno e s’inoltrano in terre ignote, mai viste. Nel loro girovagare
libero capita anche si blocchino spauriti di fronte a ciò che per loro è
inesplorato e sconosciuto. Ecco: la domanda “ma Dio esiste?” è uno di questi
luoghi.
Cosa devo rispondere io ai miei
pensieri spaventati?
Il mio pensiero bambino vorrebbe
certezze, vorrebbe sicurezze, vorrebbe risposte esaustive e non vaghe
riflessioni. Ma io non ho formule matematiche, prove scientifiche o leggi
fisiche: ho solo sensazioni e sentimenti per parlarti di Dio.
Allora il mio pensiero bambino lo
circondo in un abbraccio e gli dico: «Ecco, questo è Dio, è un po’ di Dio. Non
tutto, solo un pezzettino». Poi lo bacio e gli dico: «Anche questo è un po’ di
Dio». E lo prendo in braccio il mio pensiero bambino, lo cullo e gli sussurro: «Pure
questo è Dio».
Che basti ricordare che DIO E’
AMORE?
…
Sensazioni, intuizioni, idee…
hanno la forza di muovere un atto di fede, ossia una scelta di vita? Hanno la
capacità di sorreggerti quando la vita si fa difficile?
So solo che la concretezza di una
presenza può essere ciò che fa la differenza. Una parola e un abbraccio da
parte di chi mi ama veramente le sento voce e mani di Chi ho intuito e che ho
imparato a conoscere in Cristo. Una presenza… di Dio… ora…: il Risorto!
Una parola e un abbraccio che
sento mosse in me da una forza che mi fa superare le mie pigrizie e i miei
piccoli egoismi… non sono voce e mani di Chi si fa vicino agli altri dopo
essersi fatto intimo a me stesso? Di Chi guarisce gli altri guarendo prima me? Di
Chi, riempiendomi di Lui, mi fa tacere o mi fa dire e fare solo ciò che è
giusto anziché reagire scompostamente? Risorto, sperimento il Risorto!
Sì, questo: una persona accanto a
me, in me, può muovere una scelta di fede, può darmi la forza di andare avanti.
Ho bisogno di te.
Credo in te.
Signore mio e Dio mio.
Buona Pasqua a tutti!
Gli accompagnatori spirituali Kaire!