Non vi succede mai che i problemi
comincino a cadervi addosso l’uno dietro l’altro lasciandovi senza fiato? O ne
basta anche solo uno, grosso. O che tale vi sembra…
Quando non capita a te, si fa
presto a dire che in qualche modo la situazione si può gestire -ed è vero, lo
sai bene!-, ma quando ci sei dentro ti prende l’ansia.
Come si manifesta l’ansia? Che
cos’è?
E’ tensione, in attesa di essere
assalito dal problema.
E’ lo stomaco che si torce in
conati a vuoto.
E’ turbinio di idee assurde,
eppure quanto reali!
E’ vivere sempre e soltanto nel
futuro temuto.
E’ sentirti l’unico a renderti
conto, ad attivarti, a realizzare.
E’ voglia di fuggire al disastro
imminente e di buttarti via per non esserci.
E’ bisogno che tutto si risolva
subito per poter recuperare la serenità.
E’ passare lunghe ore di notte a
rigirare problemi che domani risolverai in qualche minuto.
Che cos’è a far nascere l’ansia?
La paura.
Paura dell’annullamento, paura
della sofferenza, paura della fatica, paura di non farcela, paura della
banalità, paura di perdere tempo e occasioni e così sprecare la vita… e ognuno
ha la sua. E, su tutte, la paura che quel che accadrà durerà poi per sempre,
rovinandoti la vita.
E’ la morte della speranza.
Perché muore la speranza?
«Perché niente e nessuno mi
aspetta al di là del cambiamento per essermi risorsa per una vita diversa.
Perché io non ho risorse per ri-trasformare quel che si è trasformato».
L’ansia è presbite: vede,
lontano, quel che probabilmente mai si avvicinerà; e non vede, vicino, quel che
c’è ed è sicuro.
Ma, anche se non lo vedi, quel
che c’è agisce. Quando serve viene fuori e sistema le cose.
Prima che nascesse tuo figlio
nessuno ti aveva insegnato a fare il genitore; quando è nato, ti ritrovi a
farlo e sai farlo; come puoi, ma te la cavi.
Così è con quel che ti
terrorizza: non lo conosci e lo temi; poi, quando ci sei dentro, è meno enorme
di quel che pensavi e, arrabattandoti, riesci a gestirlo.
La vita ti ha preparato a far
fronte ai suoi casi, ma la paura ti dice che non è vero.
Bisognerebbe poter recuperare la
consapevolezza della propria capacità di far fronte ai problemi. Ma come?
Al di là del tuo problema, vivi
il momento presente, gustalo e ringrazia. E’ il solo modo per sentire che
Qualcuno c’è e qualcosa hai.
Inoltre, il futuro è fantasia che
probabilmente non accadrà; o, se accadrà, sarà opportunità di nuove esperienze
di vita.
L’ansia ha il diritto di provarci
con te. Ma tu hai il diritto di tirare diritto.
La genetica scrive il tuo
destino. Ma tu puoi cambiarlo.
Se questo Qualcuno c’è, se questo
qualcosa ce l’hai, le cose andranno diversamente da come te le rappresenti.
Si tratta solo di far agire le
tue risorse nelle tue situazioni. Adesso. Subito. In modo da sciogliere le
rappresentazioni terrorizzanti.
Così, mentre sono invaso da
questi pensieri… «Tu ci sei. Sei con me. Abbracciami, Signore: sono tuo!». E,
ancora, «Ho fiducia in me stesso, in quel che mi hai dato per affrontare la
vita. Al momento giusto verrà fuori. E tutto sarà bene».
“Tu sei con me” e “Ho quanto mi
serve” sono i fondamenti della mia speranza.
Una speranza che ha i mezzi per
realizzarsi, non è un semplice auspicio.
Ho Chi, ho cosa. Questo mi
permette di galleggiare.
Ma a me non basta: io voglio
volare!
Per questo decido di trasformare
le disgrazie in grazie, cogliendole come occasioni per diventare più
flessibile, più creativo, più umano…
Non voglio assecondare il mio
umore nero, il timore che mi deprime. In quei momenti anche il mio credere
sembra non servire a nulla; ma proprio allora voglio solo credere in me stesso,
perché quello che Dio può e vuole fare l’ha già fatto in me, in modo che io,
adesso, possa fare quel che occorre.
E lo farò!
Il passo successivo è affrontare
il problema. Qui l’ansia ti porta a voler risolvere subito, per uscire al più
presto dal disagio che stai provando. Aspetta. Pensaci. Molte volte il problema
reale è diverso da quello apparente. Difficoltà, problemi che gli altri ti
contrappongono, in realtà chiedendo attenzione, supporto, affetto. Occorre pertanto
trovare una soluzione diversa rispetto alle alternative che normalmente si
presentano. Questo problema diverso e questa soluzione diversa appaiono quando
cerchi di affrontare il problema con le persone coinvolte, restando in ascolto
anziché cercare di imporre la tua soluzione.
Considera inoltre che non ci sei
solo tu: accanto a te le persone possono diventare una risorsa per aiutarti a
risolvere il problema con ciò che sono capaci di consigliarti o di fare
direttamente.
Non ti passerà l’ansia… ma decidi
di gestirla: si ridimensionerà.
Michele Bortignon