2/02/2020

L’ansia… Si può gestirla?


Non vi succede mai che i problemi comincino a cadervi addosso l’uno dietro l’altro lasciandovi senza fiato? O ne basta anche solo uno, grosso. O che tale vi sembra…
Quando non capita a te, si fa presto a dire che in qualche modo la situazione si può gestire -ed è vero, lo sai bene!-, ma quando ci sei dentro ti prende l’ansia.

Come si manifesta l’ansia? Che cos’è?

E’ tensione, in attesa di essere assalito dal problema.
E’ lo stomaco che si torce in conati a vuoto.
E’ turbinio di idee assurde, eppure quanto reali!
E’ vivere sempre e soltanto nel futuro temuto.
E’ sentirti l’unico a renderti conto, ad attivarti, a realizzare.
E’ voglia di fuggire al disastro imminente e di buttarti via per non esserci.
E’ bisogno che tutto si risolva subito per poter recuperare la serenità.
E’ passare lunghe ore di notte a rigirare problemi che domani risolverai in qualche minuto.

Che cos’è a far nascere l’ansia? La paura.
Paura dell’annullamento, paura della sofferenza, paura della fatica, paura di non farcela, paura della banalità, paura di perdere tempo e occasioni e così sprecare la vita… e ognuno ha la sua. E, su tutte, la paura che quel che accadrà durerà poi per sempre, rovinandoti la vita.
E’ la morte della speranza.

Perché muore la speranza?
«Perché niente e nessuno mi aspetta al di là del cambiamento per essermi risorsa per una vita diversa. Perché io non ho risorse per ri-trasformare quel che si è trasformato».
L’ansia è presbite: vede, lontano, quel che probabilmente mai si avvicinerà; e non vede, vicino, quel che c’è ed è sicuro.
Ma, anche se non lo vedi, quel che c’è agisce. Quando serve viene fuori e sistema le cose.
Prima che nascesse tuo figlio nessuno ti aveva insegnato a fare il genitore; quando è nato, ti ritrovi a farlo e sai farlo; come puoi, ma te la cavi.
Così è con quel che ti terrorizza: non lo conosci e lo temi; poi, quando ci sei dentro, è meno enorme di quel che pensavi e, arrabattandoti, riesci a gestirlo.
La vita ti ha preparato a far fronte ai suoi casi, ma la paura ti dice che non è vero.
Bisognerebbe poter recuperare la consapevolezza della propria capacità di far fronte ai problemi. Ma come?
Al di là del tuo problema, vivi il momento presente, gustalo e ringrazia. E’ il solo modo per sentire che Qualcuno c’è e qualcosa hai.
Inoltre, il futuro è fantasia che probabilmente non accadrà; o, se accadrà, sarà opportunità di nuove esperienze di vita.
L’ansia ha il diritto di provarci con te. Ma tu hai il diritto di tirare diritto.
La genetica scrive il tuo destino. Ma tu puoi cambiarlo.
Se questo Qualcuno c’è, se questo qualcosa ce l’hai, le cose andranno diversamente da come te le rappresenti.
Si tratta solo di far agire le tue risorse nelle tue situazioni. Adesso. Subito. In modo da sciogliere le rappresentazioni terrorizzanti.
Così, mentre sono invaso da questi pensieri… «Tu ci sei. Sei con me. Abbracciami, Signore: sono tuo!». E, ancora, «Ho fiducia in me stesso, in quel che mi hai dato per affrontare la vita. Al momento giusto verrà fuori. E tutto sarà bene».
“Tu sei con me” e “Ho quanto mi serve” sono i fondamenti della mia speranza.
Una speranza che ha i mezzi per realizzarsi, non è un semplice auspicio.
Ho Chi, ho cosa. Questo mi permette di galleggiare.
Ma a me non basta: io voglio volare!
Per questo decido di trasformare le disgrazie in grazie, cogliendole come occasioni per diventare più flessibile, più creativo, più umano…
Non voglio assecondare il mio umore nero, il timore che mi deprime. In quei momenti anche il mio credere sembra non servire a nulla; ma proprio allora voglio solo credere in me stesso, perché quello che Dio può e vuole fare l’ha già fatto in me, in modo che io, adesso, possa fare quel che occorre.
E lo farò!

Il passo successivo è affrontare il problema. Qui l’ansia ti porta a voler risolvere subito, per uscire al più presto dal disagio che stai provando. Aspetta. Pensaci. Molte volte il problema reale è diverso da quello apparente. Difficoltà, problemi che gli altri ti contrappongono, in realtà chiedendo attenzione, supporto, affetto. Occorre pertanto trovare una soluzione diversa rispetto alle alternative che normalmente si presentano. Questo problema diverso e questa soluzione diversa appaiono quando cerchi di affrontare il problema con le persone coinvolte, restando in ascolto anziché cercare di imporre la tua soluzione.
Considera inoltre che non ci sei solo tu: accanto a te le persone possono diventare una risorsa per aiutarti a risolvere il problema con ciò che sono capaci di consigliarti o di fare direttamente.

Non ti passerà l’ansia… ma decidi di gestirla: si ridimensionerà.

                                                                                                           Michele Bortignon