7/02/2020

Vincere le tentazioni


Vincere le tentazioni… quante parole si sono spese sull'argomento e quanto sangue hanno sudato gli asceti in tentativi frustranti!
Io sono un perdente seriale e, guardando alla mia esperienza, vedo un campo di battaglia disseminato di cadaveri. Eppure… eppure mi scopro anche, e ancora, con la spada in pugno.
Lo so, continuo a frequentare le persone sbagliate: la pigrizia, l’istintualità, l’avarizia, l’orgoglio... che sono veramente delle figure porche: quando le ascolto tentano il colpo gobbo e cercano di staccarmi definitivamente dal mio Signore coi sensi di colpa, di indegnità, di disastro, per farmi ammettere che io sono loro, che esse sono la mia natura.
A volte ci casco, lo ammetto, e la notte è allora un assaggio d’inferno.
Ma c’è un angelo che mi salva: si chiama nostalgia. Mi ricorda chi sono e chi voglio essere. Mi dice, con tanta fiducia, che quello non è amore.
E poi ci si mette anche Lui direttamente: “Sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e ti amo” Is 43, 4). E allora mi arrendo al tuo abbraccio, Signore, e ricomincio. Per questo mi ritrovo sempre e ancora con la spada in pugno. Sono suo e voglio esserlo.
In qualche piccola battaglia riesco a sconfiggere il nemico: tacendo, frenandomi, evitando… Quando attacca in forze e all'improvviso… no, non ce la faccio. E’ già tanto se all'ultimo momento riesco a fuggire prima di essere annientato. Ecco, questo lo sento una grande grazia: che il Signore all'ultimo mi tiri fuori per i capelli per non perdermi.
Nessuna tecnica, nessuna strategia serve dunque per vincere la tentazione. Solo un’invocazione: “Sono tuo: salvami!”. Solo la fede di essere figlio gelosamente amato e la disperata volontà di non essere altri che tuo. Poiché solo in te tutto ha senso.
Ora non mi aspetto più di vincere la tentazione. Lascio che il demonio faccia il suo lavoro –tentarmi, e io faccio il mio –tenermi accanto al mio Signore col pensiero, con l’affetto, con la fede, e penso e spero e credo che, a suo tempo, Il Signore farà il suo, ri-suscitando in me un po’ del suo Spirito.
Ora lo so: non sono solo; non dipende tutto da me.        
                                                                              Michele Bortignon