12/22/2023

L'abuso spirituale

Approfitto di un fatto di cronaca per una riflessione che sento importante perché riguarda qualcosa che può succedere a ognuno di noi. In campo religioso, poi, non è infrequente a causa delle relazioni di fiducia che qui si instaurano.

Sto parlando dell’abuso.

A fine mese verrà definitivamente chiuso la comunità delle suore di Loyola, i cui fondatori sono stati riconosciuti colpevoli di abuso spirituale.

Come si arriva a una situazione del genere?

Innanzitutto, cos’è l’abuso? L’abuso si verifica quando uno pensa di possedere, e poter quindi imporre, la verità, anziché cercare di costruirla assieme a chi vuol aiutare.

Quando questa mentalità si insedia in una persona, un po’ alla volta va a giustificarne anche i suoi interessi personali, per cui questa usa gli altri per realizzare i propri progetti, per soddisfare il proprio piacere, per confermare la propria validità.

L’abusatore manipola instillando sensi di colpa e di indegnità, rifacendosi alla virtù dell’obbedienza. Faccio un esempio che conosco bene: «Tu non puoi dare gli Esercizi, perché per dare gli Esercizi bisogna avere le virtù e a te manca quella dell’umiltà perché non sei sottomesso».

Al contrario dell’abusatore, che si dà un sistema di giustificazioni per cui si sente sempre nel giusto, la sensibilità dell’abusato lo porta a pensare di essere lui la causa del disagio che sta provando, dei problemi sorti tra loro, per cui cade nei sensi di colpa. E, poiché nel frattempo si è creato un legame affettivo con l’abusatore, la prospettiva di spezzarlo è estremamente dolorosa.

A identificare gli inizi dell’abuso è un senso di soffocamento, nell’impossibilità di sentire che è bene per me quel che mi viene richiesto; in più, mi sento vittima di sottili ricatti che mi impediscono di muovermi dalla situazione che si è venuta a creare.

Come uscire dall’abuso? L’unica strada sembra essere quella della denuncia intelligente, come suggerisce santa Teresa d’Avila: quando ti sembra che il tuo confessore non riesca a capirti, confrontati anche con un altro, e che il primo sappia che lo stai facendo; in questo modo starà più attento a quello che dice.

Confrontarsi con altre persone… in tal modo posso anche escludere la possibilità che sia io nel torto: perché no? Potrebbe anche essere che mi sto costruendo castelli paranoici su situazioni esigenti ma sane, perché inconsciamente rifiuto di mettermi in discussione.

Invece, se è l’altro a sbagliare, potrò separarmene a ragion veduta e senza sensi di colpa.


                                                                                      Michele Bortignon


12/01/2023

Il sentirsi sbagliati

«Il male agisce in te, ma non fa parte di te». Accanto alla coscienza della misericordia di Dio, per uscire dall’influenza delle forze negative che condizionano il tuo agire è essenziale che tu recuperi il senso della tua “alterità” rispetto ad esse. Certo nascono dalla tua storia e dalla tua attuale vita, ma non fanno parte della tua personalità.

Queste paure, queste angosce che ti rovinano la vita non sono parte del tuo carattere -e quindi ineliminabili-, ma nascono da condizionamenti a cui puoi contrapporti!

La tua ombra è proiettata da te, ma non fa parte di te. Puoi allora assecondare l’azione della luce perché la dissolva. Se invece l’ombra fosse parte di te non potresti combatterla: distruggendola ti distruggeresti. Inoltre il senso della negatività del tuo essere ti renderebbe incapace di scoprire le risorse che hai a disposizione per combattere il male o, se anche le vedessi, le avvertiresti inadeguate e sopraffatte dal male che tu sei.

Poter dire che tu non sei questo male, che questo male non fa parte del tuo essere, ma ne è solo un limite, una catena, una prigione che ti viene imposta dall’esterno, ti ridà l’autostima e la fiducia in te stesso necessarie a costituirti almeno controparte di ciò che ti sta distruggendo, per combatterlo con ciò che Dio ti ha donato in te stesso: qualità, capacità, sensibilità da Lui fatte crescere nel corso della tua storia.

«Non sei nata buona o cattiva, ma all’interno di questa tua storia il tuo cuore, la tua affettività è stata terreno di lotta tra le forze del male e quelle del bene, fra l’azione di situazioni contrastanti:

  • alcune ti hanno ferita negandoti sostanzialmente la possibilità di soddisfare i tuoi bisogni fondamentali (sicurezza fisica, dignità, affetto, stima, ecc.), attraverso persone che ti hanno scaricato addosso le conseguenze delle loro paure e delle loro angosce, facendole entrare anche in te;

  • altre ti hanno fatto crescere costruendo, o ti hanno fatto guarire ricostruendo, questa possibilità attraverso persone che hanno saputo traghettarti nell’amore, nella fiducia, nella speranza che loro stesse stavano vivendo.

In un senso o nell’altro, tutte queste persone ti hanno trasmesso il loro spirito, il loro modo cioè di relazionarsi con la vita, che, malato o sano, influenza ora il tuo modo di agire, portandoti verso l’autodistruzione o la realizzazione personale, verso il tuo personale inferno o verso la vita eterna, la vita cioè vissuta in pienezza.

In quanto a te esterne, le varie forze possono influenzarti, ma non toglierti completamente la libertà morale: una volta riconosciutane dai frutti la negatività, fa’ nuovamente della tua scelta di seguire Cristo il punto di partenza per un cammino di liberazione concreta dai condizionamenti che esse tentano di importi.

                                                                                                               Michele Bortignon


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