Giuseppe suo
sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di
ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco,
gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di
Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che
è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio
e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
(Mt 1,19-21)
In questo Natale ci siamo soffermati sulla figura di
Giuseppe: un uomo giusto che non agisce, però, solo secondo la legge, ma che sa
guardarsi dentro, interrogarsi e agire con amore fidandosi di ciò che gli dice
l’Amore. Ecco che il frutto di questa fiducia è un bambino il cui nome, Gesù,
significa “colui che salva”.
Pensando all'esperienza di Giuseppe, ci siamo chiesti:
“Quando, invece di fermarmi a fare ciò che sembrava giusto, ho fatto come
Giuseppe e ho scelto prima di tutto ciò che sentivo essere un bene, alla fine
sperimentando che da questo bene è nato un frutto di salvezza?”
Ecco le nostre riflessioni:
Le scelte che partono dal cuore guardano l’altro dritto
negli occhi senza chiedersi chi è o che cosa ha fatto. Ecco che, quel giorno al
mare, salvare un “vu cumprà” e le sue poche cianfrusaglie da un paio di vigili,
ospitandolo sotto il mio ombrellone, mi è sembrata la cosa più naturale: lo
rifarei. Maria Rosa
Giuseppe, un umile falegname, si fida del suo cuore che è
ispirato da Dio e agisce! Come quel giorno a una festa: qualcuno, che era
arrivato tardi, si sente escluso; io ho cambiato posto riportando la serenità.
La pace che ho avvertito è stata grande, più del rimprovero di qualcun altro.
Che bello! Pasqualina
Davanti alla tomba che racchiudeva i resti di suo figlio
di appena diciotto mesi, all'infermiere venuto per cercare un po’ di pace
confessando il suo errore fatale tenuto nascosto per più di un anno, mio padre
disse: “Nostro figlio nessuno lo può più tirar fuori da lì. Se sei qui è perché
te ne sei pentito. Va in pace!”. Rinuncia a qualcosa o gran guadagno? Claudio
Di fronte alla proposta avrei
potuto dire di no: chi me lo fa fare di andare a riunioni o in tribunale,
firmare documenti, conoscere educatori, famiglie, centri di accoglienza...invece
ho accettato di diventare tutore volontario per il tribunale minorile, sapendo
che nelle varie realtà in cui sono coinvolta tutti agiscono dietro compenso,
tranne il tutore (che è appunto volontario!) Ho scelto ciò che sentivo essere
un bene per i bambini affidatimi, ciò che nel mio piccolo posso fare. Katia
Una voce dentro mi diceva che così non andava; però
quella -dicevano gli altri- era la "normalità". E non sarei stato
umile -dicevano ancora- cambiando. Non potevo essere me stesso... Non ce l'ho
fatta da solo: qualcuno mi ha detto "Non temere di...". Ed è nato il
Kaire! Michele
Da sempre Natale è Dio che si
fa uomo, non è la tua festa Giuseppe, tu sei uomo di poche parole, ma il tuo
silenzio non è vuoto, è spazio per accogliere e meditare Dio; lo stesso Dio che
mi ha chiesto di andare in direzione contraria alle mie certezze per farmi
prossimo e portare la Sua presenza all’interno della comunità. Enrico
Oggi è domenica e non sono andato a messa! Il mattino ho
lavorato, il pomeriggio ho atteso mio figlio al ritorno dall'università e alla
fine abbiamo trascorso alcune ore insieme, forse andando a messa avrei fatto
una cosa giusta, ma credo sia stata una cosa buona rinsaldare il rapporto padre figlio. Germano
Che in questo
Natale del Signore nascano anche in voi gesti di giustizia e misericordia:
questo è il nostro augurio. Buon Natale!