8/01/2019

Che cos’è il battesimo

Che cos’è il battesimo? Me lo sono tornato a chiedere in occasione del sacramento impartito alla mia nipotina Rebecca. Ma andiamo per ordine e prima proviamo a dire cos’è un sacramento.
Quando, in un momento particolarmente forte della vita, sentiamo il bisogno che Dio ci sia accanto per affrontarlo e, di lì in poi, per vivere ciò che ad esso consegue, la Chiesa ci si fa accanto per renderci presente Gesù con i gesti e le parole che Lui stesso farebbe e ci direbbe in quell’occasione. Uno di questi momenti forti è la nascita di una persona. Ad accoglierla non ci sono solo i genitori, ma tutta una comunità, che, nel sacramento, vuol renderla partecipe di ciò in cui essa crede perché l’ha sperimentato fonte di vita.
Sono i genitori, che di questa comunità fanno parte, a scegliere ciò che sentono bene per lei. Può darsi sia anche un adulto a chiedere di ricevere il sacramento. In entrambi i casi si tratta di una scelta, di una scelta di campo che inserisce in una ben precisa prospettiva, quella di Gesù. Una scelta che è alla base di tutte le altre, è il discrimine di validità di tutte le altre. Importante, dunque, chiarire qual è questa scelta.

Noi, in genere, cerchiamo di orientarci nella vita scegliendo ciò che ci sembra bene sulla base di quel che ci hanno insegnato e ci consigliano, dell’accettazione sociale di quel che facciamo, del piacere che ci procura, del soddisfacimento di bisogni che sentiamo impellenti. Non conseguire quel che desideriamo lo sentiamo come una  morte del nostro io.
Ebbene, Gesù, con la sua vicenda umana, più ancora che con le sue parole, proprio questo è venuto a dirci: se per affermare il tuo diritto a esistere devi far fuori un altro, non sei sulla strada della Vita. La Vita solleva sulle sue ali chi si fa uno con l’altro. Non solo per la bellezza di sentire che attraverso di te passa la vita, che diventa vita nell’altro, ma soprattutto perché la morte -scelta!- di quelle tue strutture esistenziali (la paura, l’egoismo, l’aggressività…) che ti arroccano a difesa di quel che tu pensi per te sia tutto, ti apre a un mondo nuovo, fatto di prospettive impensate perché mai finora percorse. E’ questa la risurrezione? Non una soluzione del problema, non ricevere una compensazione alla tua rinuncia, ma un affacciarsi improvvisamente su un panorama che ti toglie il respiro e ti riempie i polmoni di aria fresca. E tutto quel che prima ti occupava e ti preoccupava non ha più peso. Sì, c’è ancora, ma si affronterà, si risolverà… intanto immergiti in questa freschezza d’alta quota, nel calore di un abbraccio che ti contiene –vedi tu come vuoi esprimere questa novità che ha il peso e lo spessore della vita autentica, di fronte alla quale quel che cercavi, ossessionato e arrabbiato, si dissolve come bruma al mattino.
Respira. Gusta. Ringrazia. Sei risorto.
Hai scelto di morire sulla fiducia di Uno che ti ha dato fiducia.
Sei risorto perché la sua storia diventa storia di chiunque sceglie di vivere con Lui la propria storia.
Questo vuol dire San Paolo quando, parlando del battesimo, afferma: “Se siamo stati completamente uniti a Cristo con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione” (Rm 6, 5). “Se dunque siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui” (Rm 6, 8).
Un significato, questo, in cui il rito del battesimo ti inserisce attraverso elementi simbolici:
L’unzione con l’olio crismale dice che, prima di scegliere Cristo, sei tu a essere stato scelto da Lui come luogo in cui Egli vuol far vivere il suo Spirito.
L’acqua, nella sua duplice valenza di portatrice di morte e di vita, rimanda al passaggio che attraverso entrambe sei chiamato a compiere.
La veste bianca è il simbolo della vita nuova di cui sei chiamato a rivestirti.
Ora hai tutta una vita davanti per avventurarti a vivere quel che hai scelto, passando per grandi cadute, piccole conquiste, deserti di scoraggiamento e oasi di fiducia.
Non importa dove sarai in grado di arrivare (fuggi il desiderio di perfezione: Dio ti vuole con Lui, non come Lui!): Dio ti ha scelto, tu hai scelto Lui. Siete Uno: è questa l’unica cosa che conta.
                                                                                         Michele Bortignon

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