6/01/2025

Evitare di pretendere?

Non so a voi, ma a me il comportamento di certe persone mi urta, mi turba, mi crea ansia, mi indispettisce, mi fa saltare i nervi. Come prima reazione è normale, ma non voglio che influenzi i miei comportamenti. Voglio fare ciò che in quella circostanza è giusto fare. Sì, ma cosa?

E’ inevitabile che ciascuno senta giusto il proprio modo di porsi e malato quello dell’altro e cerchi di portare l’altro sulle proprie posizioni. Nutriamo sull’altro aspettative che spesso sfociano in pretese: l’altro deve essere e fare come diciamo noi. Vorremmo che l’altro fosse funzionale ai nostri bisogni.

Ma l’altro guarda prima di tutto ai propri di bisogni. A ragione. Se mi ama terrà poi conto anche dei miei (quando li vede…). Se invece di me non gli interessa più di tanto, magari cercherà di soddisfarli a spese mie.

Nell’un caso come nell’altro potrei con calma far presente cosa mi ferisce e di cosa ho bisogno e comunque tener conto di ciò che ricevo da questa nostra relazione per valutare se proseguirla o meno. Ma a rendermi difficile questo atteggiamento, a farmi arrabbiare è il sentirmi vittima di un’ingiustizia: non sopporto di sentire che l’altro non mi dà quel che dovrebbe, non tiene conto di me, addirittura se ne approfitta. Torno allora a pretendere che lui sia per me, che mi dia ciò di cui ho bisogno adesso, subito, tutto e nel modo in cui voglio io.

Sotto il peso di queste pretese l’altro si sente soffocare. Si rifiuta a ciò che gli chiedo e si dedica a ciò o a chi gli dà ma senza pretese.

Posso dunque tornare a ricevere se do senza pretendere. Ma come evitare di pretendere? Come colmare questo vuoto che grida il bisogno di essere riempito?

Alzando lo sguardo. Distogliendolo dall’oggetto della mia ossessione. Accorgendomi della bellezza che comunque c’è attorno a me e che, in quanto bellezza che si comunica, è un bene che mi raggiunge e dunque è amore.

Se me ne so accorgere, sono immerso nell’Amore.

Se sono riempito d’amore non ho più vuoti d’amore da riempire. Posso non avere pretese. Posso accorgermi che quel -magari poco- che mi viene dato è già molto. E che quel che mi viene negato fa crescere in me quel che ancora non ho: è un digiuno nutriente!

Tutto risolto, dunque? No! Ma vale la pena provarci.


Michele Bortignon

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