7/01/2025

La capacità maturante dell’amore di coppia

L’amore di coppia a volte è idillio, più spesso lotta, sempre faticosa fedeltà all’essere assieme. Quante volte vorresti scappare, buttare via tutto, dare ragione alla voce che ti dice che così non si può più andare avanti! Ti prende il senso del disastro e subito -ora!- vuoi risolvere il problema con una decisione definitiva.

Ecco, io ho imparato che devo darmi tempo, rispettando i miei tempi e quelli dell’altro; perché ci vuole tempo a digerire il male fatto e ricevuto e lasciare emergere il vero oltre la rabbia. Solo quando senti che è Dio a metterti in cuore le parole, allora puoi parlare. Datti tempo dando fiducia all’Amore: Lui lavora dentro di te e dentro l’altro se gli dai tempo tacendo e pensando.

Io voglio credere nell’amore, a quello che si fa spazio lentamente, senza chiarimenti, patti e proclami, ma, tenendo bassa la voce, dà le ragioni dei propri diritti e ne chiede il rispetto. L’amore sussurra e chiede con gentilezza. L’amore non fa confronti per evidenziare chi è giusto e chi è sbagliato. Per chi crede in Dio, l’amore basta a se stesso, senza aspettarsi nulla, perché è già la bellezza di essere in armonia con l’infinito.

Naturalmente tutto questo non basta capirlo e crederlo vero: occorre deciderlo, decidere che per me l’amore è più importante viverlo che riceverlo.

E’ ingenuo pensare che la passione sia una nota costante tra due che si amano. Lo è all’inizio, per costruire la coppia; poi l’amore assume più il volto della tenerezza, per confermarci che siamo assieme ad affrontare la vita, che ci siamo l’uno per l’altra.

L’essere uno si costruisce giorno per giorno. In primis lavorando a un progetto comune -e qui le esigenze di casa, lavoro, figli ti ci portano naturalmente; ma poi -e questo è il difficile!- riportando a un terreno comune le spinte centrifughe del fare ciascuno come vorrebbe, come a lui sembra giusto, piacevole, realizzante: ognuno ha le sue piccole manie, i suoi puntigli, certi bisogni per lui imprescindibili.

Come affrontare la questione? Forse come proponevano gli antichi Greci: “Katà metron”, con misura. Decidi e agisci tenendo conto di te e dell’altro. Questo implica essere capace di ascoltare te stesso (hai mai prestato attenzione ai sintomi con cui il tuo corpo ti dice che stai sbagliando strada?) e quelle esigenze dell’altro che tu giudichi sciocchezze ma per lui sono importanti.

Qui riuscire ad incontrarsi è l’impresa di una vita. Io non ho soluzioni, se non un consiglio, che ho trovato importante per me: lotta contro lo scoraggiamento, prova e riprova.

Volersi bene è soprattutto non arrendersi.

Michele Bortignon

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