4/11/2020

Con Te posso risorgere


Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». (Mt 27,50-54)

Gesù è morto. Matteo ci presenta una tremenda scena apocalittica: sembra che la natura si ribelli, indignata, allo scempio che l’uomo ha compiuto uccidendo il creatore della vita. In questa scena c’è un’immagine all’apparenza più raccapricciante delle altre: sepolcri che si aprono e corpi di santi che risuscitano. Matteo ci vuol dire che la morte di Gesù è via per la resurrezione anche di chi, nonostante la propria santità, non era risorto perché la sua bontà non era sufficiente a farlo risorgere: mancava qualcosa.
Capita anche a noi di fare tutto ciò che ci è possibile fare e cercare magari di fare l’impossibile; ci sforziamo, ce la mettiamo tutta per uscire da una situazione di morte e fallimento, ma nonostante il nostro impegno e la nostra bontà d’animo restiamo sprofondati nel problema senza trovare la via d’uscita.
Che cosa manca? Qual è la porta che non riesco a trovare? Qual è la chiave che non ho? Per risorgere mi serve guardare il problema dal punto di vista di Dio, da un’angolatura assolutamente altra che lo renda via per un modo di vivere diverso; ecco che in questo modo, con questo sguardo nuovo, posso accorgermi che la chiave è nascosta dentro a quel problema; e forse è il modo di starci dentro a farmi risorgere e non lo sforzo per uscirne ad ogni costo.
Facciamo un esempio concreto e purtroppo attualissimo. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ci obbliga ad adottare misure preventive drastiche e necessarie. Tali misure incidono sulla nostra vita sociale. C’è chi si lascia prendere dall’angoscia e dal panico peggiorando la situazione: folli corse all’inutile approvvigionamento di generi alimentari, o peggio, irresponsabili fughe dalle zone sottoposte a quarantena; oppure, per esorcizzare la paura, c’è chi sdrammatizza e fa finta di niente e in modo irresponsabile non adotta le misure preventive consigliate o imposte. Fortunatamente la maggior parte le rispetta e le attualizza per salvaguardare la propria salute e quella della collettività, ma ciò non basta per dare uno slancio nuovo alla situazione, c’è bisogno di un di più, di uno sguardo e uno spirito diversi.
È la terza via: resto nel problema, non mi faccio prendere dal panico, adotto le necessarie misure di prevenzione e mi accorgo anche del positivo che questa situazione mi offre, oppure prendo consapevolezza di che cosa mi manca di più in questa situazione, di che cosa è importante per me e a cui non posso rinunciare o di che cosa posso fare a meno e che non è essenziale come pensavo. La terza via che mi permette di risorgere è entrare nella situazione con lo Spirito di Cristo: con fede, speranza e amore. Ecco che non diventa più essenziale uscire a tutti i costi o in tutti i modi, ma, con il Suo Spirito, posso restare nel problema in modo nuovo e, con uno spirito nuovo, portare vita anche agli altri.

In questa Pasqua di resurrezione, partendo da questo brano di Matteo, noi del gruppo Kaire Bassano 2018 ci siamo chiesti quando nella nostra vita abbiamo fatto esperienza di resurrezione. Cioè quando abbiamo saputo uscire o restare nel problema con il Suo Spirito e, proprio in questo modo, trovare una vita nuova o darla agli altri.
Eccovi le nostre riflessioni; l’augurio è che anche voi che leggete possiate ricordare le vostre esperienze di Vita grazie all’incontro con lo Spirito del Risorto.

Per uscire dalle situazioni difficili ho sempre usato come strumenti l'intelligenza logica e la creatività (doti che mi appartengono), ma con queste non ho mai risolto niente.
L'abbandonarmi a vivere là, fino in fondo, dove mi sta portando la Vita mi fa vivere situazioni più serene e vivibili.
Diversamente, insistendo ad oltranza per trovare soluzioni al problema, è come se in un frutteto continuassi a curare ed innaffiare una pianta che è già morta, trascurando le altre vive. E' come se stessi combattendo il nemico con la spada dell'Ego, mentre la giusta via è riporre la spada e abbracciare la bandiera della pace, per trattare un accordo; dopodiché il nemico potrà essere un alleato della pace.
Quindici giorni fa avevo deciso di chiudere l’attività di famiglia perché niente andava in porto: le speranze erano finite, avevo messo una pietra sopra al fallimento morale del progetto; ora, in modo imprevedibile, tutto a un tratto quello che era morto si sta trasformando in una resurrezione dell'attività. 
Desidero e spero che sia con una nuova anima.     Guido

Questa domanda m’inquietava, perché non sapevo dare una risposta. A pensarci su, ho capito che nel mio immaginario "esperienza di Resurrezione" doveva essere qualcosa di strabiliante, spettacolare, straordinario e comunque per pochi. Illuminante è stato poi leggere e meditare un brano del vangelo. Ed ecco la scintilla! Esperienza di Resurrezione si può avere con esperienze: semplici, quotidiane, fattibili e comunque "straordinarie" che portano bene e pace!
In questi giorni di emergenza sanitaria, quasi "per caso" ci siamo messi a pregare in famiglia, tutti assieme! Era capitato rare volte in trent'anni di matrimonio. Ora è diventato un appuntamento fisso. La serenità, il senso di unità e di gratitudine è grande!
...Gustare la lettera di un buon libro (su un santo contemporaneo), che da tempo aspettava,  che mi dona ore illuminanti!
....Una  calorosa telefonata a un'amica!
...Non di meno, vedere che nel mondo, nella nostra comunità ci sono innumerevoli azioni di altruismo e di bene!
Ciao a tutti.... Rallegriamoci!     Valeria

C’è stato un momento della mia vita in particolare in cui mi è caduto il mondo addosso.
Mi ha salvato solo una certezza, che mai come prima ho sentito così forte: Dio nel suo infinito amore è morto e risorto anche per me, mostrandomi che alla morte Lui ha fatto seguire la resurrezione.
Io mi sentivo morto, ma ho capito che solo confidando nel suo amore potevo superare quella situazione. Nel preciso istante in cui ho realizzato ciò, mi sono sentito sereno e fiducioso. Le circostanze erano le stesse ma a cambiare è stato il mio modo di affrontarle insieme a Lui.
Grazie Signore Gesù     Antonio

Per anni ho vissuto desiderando di fuggire da una situazione in cui ho sperimentato la morte interiore, con momenti di disperazione, depressione e panico.
Poi, grazie a questo percorso del Kaire, ho sperimentato la vicinanza e l'amore di Dio che lentamente mi sta trasformando. Ho fatto l'esperienza del “duplice perdono”, mi sono liberata dalla morsa del rancore e ho trovato la via per la resurrezione.
Grazie Gesù.     Mariagiovanna

In questo periodo, Signore, si era proprio inceppato il motore della mia vita spirituale..
Sentivo il bisogno di stare con te ma, allo stesso tempo, ogni scusa era buona per non cercarti.
Proprio oggi ho fatto esperienza di resurrezione, e, dopo giorni e giorni di vuoto e tristezza, torno da te e, come nel sacramento della riconciliazione, sento che mi ami così come sono e con te riparto!     Enrica

4/05/2020

Dentro la Passione stando a casa


Settimana Santa 2020. Che peccato! Niente ulivo da sventolare. E poi nessuna lavanda dei piedi. Era così bella quella cerimonia! Con i bei canti, il prete che si cinge il grembiule, i bimbi che si tolgono un calzino lindo da un piede già sterilizzato, gli scappano risatine e il catechista si rabbuia per indurre seriosità.
Che Grazia, mio Signore! Non posso andare in chiesa da spettatore. Devo trovare io il modo di lavare i piedi a qualcuno, qui dentro, o là fuori ma nel mio cuore, per ora. Mi chinerò su mia moglie stanca di eterne faccende quotidiane, su mia figlia smarrita, su mio figlio che si allena a stare senza di Te, su mio marito deluso da chi credeva amico, su mia madre rimasta senza la sua amata metà. Poi, se mi sarà servito, se avrò preso un poco forma di Te, se avrò baciato ciò che è difficile anche solo avvicinare, potrò riprovarci dovunque e con chiunque, senza aspettare un altro giovedì Santo.
E il venerdì Santo! Mi mancano quelle belle Via Crucis! Guardare le stazioni, la croce, le candele, le letture e le lunghe riflessioni. Mi addolorava, ma mi ricaricava venerare Nostro Signore Gesù il Cristo Salvatore insanguinato.
Dio mio! In questa stazione casalinga ti vedo faticare a portare pace e perdono nel mio cuore per quella persona che forse ha sbagliato nei miei confronti, o forse ho solo creduto fosse così. E per quell’altro che invece mi ha ferito pesantemente: è stato ingiusto, crudele, un aguzzino per me. Mi ha pure diffamato. Questa non me la doveva proprio fare!
Ti prego: passa attraverso questa bocca, Spirito Santo. Tu soffia, io ci metto la mia voce: “Perdona loro: non si rendono conto del male che fanno”. E poi lascia che reclini il capo, stanco e felice, sul petto di mia moglie, sulla spalla di mio figlio: “Ce l’abbiamo fatta - un attimo ancora, appena un sabato - è già Pasqua!!!”
Pasqua di Vita Vera stavolta, in questa casa, e in quella e quell’altra ancora. Niente scenette toccanti, niente commozione per una lettura, niente ricariche a tempo. Qualcosa è cambiato.
Hai voluto vivere dentro di me in gesti d’Amore che mi hanno trasformato, mio Signore e mio Dio! Non mangerò il Tuo pane spezzato: con Te mi sono lasciato spezzare un poco, insieme siamo discesi in una tomba, di là mi hai portato fuori per mano, vittorioso con Te. Siamo Risorti!!!
Che Grazia! Che Pasqua! Auguri: che si possa risorgere ora e sempre con Lui !!!

                                                                                                                                 Claudio Pellanda

4/01/2020

Perché Gesù è morto in croce?


Sin da bambina mi è stato detto che Gesù è morto in croce per me, per colpa dei miei peccati. Mi è stato detto che è morto per la cattiveria dell’uomo e per espiare le nostre colpe.
Parole pesanti come macigni, parole che mi schiacciavano alimentando il mio senso di colpa, parole che non capivo… e che finora faticavo a capire. Parole verso le quali provo un senso di ribellione a volte violento. Parole alle quali chi cerca di darmi una spiegazione sembra arrampicarsi sugli specchi e non fa che peggiorare la situazione dando risposte vaghe alle mie domande che, invece, pretendono chiarezza e concretezza: “Perché mi dicono che Gesù è morto per me? Che significa “per i nostri peccati”? Perché “anche per colpa mia”?
Ci abbiamo riflettuto, ci abbiamo pregato, ci siamo confrontati e alla fine siamo arrivati a una conclusione che a noi ha fatto bene, aiutandoci a chiarire e a capire certe ‘frasi fatte’ che hanno bisogno di essere ‘aperte e smontate’ per diventare comprensibili. A noi è servito, speriamo di aiutare anche voi a fare chiarezza.

Per cercare di comprendere meglio la morte in croce di Gesù partiamo dall’atto finale: la risurrezione.
Se Gesù è risorto, questo significa che non era un uomo qualunque, non era solo un uomo: ha la stessa natura di Dio, è figlio di Dio, è Dio.
Se ha vinto la morte, se la morte non ha avuto potere su di lui, questo significa che il suo modo di essere, quel che ha detto e fatto è pieno di vita e porta alla Vita.
Perché Dio si è incarnato in Gesù? Appunto per portarci alla Vita, mostrandocene in Sé la strada. Ma la mentalità che ci guida ha già i propri riferimenti (soldi, successo, potere) e schiaccia chi rischia di metterla in crisi. Gesù ci disturba in tutti quelli che ci chiedono di cambiare mentalità per venire incontro ai loro bisogni oltre che ai nostri. Nel rifiutarli, chiudendoci nei nostri interessi, duemila anni fa come oggi il nostro peccato/egoismo uccide Gesù. Ma Dio sa che chiuderci in noi stessi dà frutti di morte, perché l’uomo trova il proprio paradiso non da solo, ma in relazioni belle, profonde, affettuose, stimolanti. Ecco allora che Gesù muore non soltanto per/a causa dei nostri peccati, ma quel “per i nostri peccati” ha anche un senso finale: per farcene uscire, per mostrarci in Sé che aprirci anziché chiuderci alle relazioni –anche se a volte significa lasciar morire il nostro ego- è fonte di una vita più grande, della Vita vera, in pienezza.
Gesù muore per mostrarci una strada per risorgere e tornare a vivere. L’amore, infatti, fa nascere una vita di una qualità tale da renderla indistruttibile; l’amore vince la morte.
Perciò ogni morte accettata per amore porta a una risurrezione; e non può esserci risurrezione senza l’accettazione di una morte per amore.
Anche noi, se amiamo fino in fondo, possiamo risorgere. Dovrò morire al mio io (il mio egoismo, il mio tornaconto, il mio bene prima di tutto) o comunque sarò ucciso da chi, vivendo secondo la logica del mondo, è messo in discussione dal mio modo di vivere, dal mio modo di amare. In ogni caso, il mio morire dà vita a chi amo e dà una prospettiva di vita a chi mi uccide (vede che può esserci una via di uscita diversa al solito modo di fare).

Concludendo, possiamo affermare che Gesù è la Via, la Verità e la Vita (Gv 14,16) perché ci mostra, vivendolo fino in fondo, fino a morirne, che esiste una strada diversa da percorrere per arrivare alla Vita vera. Ci mostra che spesso nel tentativo di costruirci da soli la vita (in una ricerca spasmodica della felicità a tutti i costi, del benessere personale senza guardare in faccia gli altri) andiamo in contro alla morte. Ci addita che vivendo per amore possiamo avere una vita oltre la morte, che i frutti del nostro amare saranno eterni e sopravvivranno a noi. Ci libera dalla paura della morte, perché lui per primo ci ha mostrato come entrarci e come uscirne vincenti, nonostante l’apparente sconfitta. Ci mostra la verità di noi stessi, ci mostra il nostro essere figli di Dio: fatti per la bellezza, per amare, per il bene, per tutto ciò che è bello e buono.

Maria Rosa Brian
Michele Bortignon