12/01/2021

Da dove nasce la gelosia?

Perché sono così complicati i rapporti tra marito e moglie?

Forse perché tu diventi il motivo per dichiarare quello che io sono, per confermare quel che io penso di essere.

Credo che, inconsciamente, nel geloso abiti l’idea che, se il partner lo ha scelto, significa che lui è attraente, valido, consistente; ma quando l’attenzione e il tempo dell’altro è preso da un’altra persona o attività, il suo sentirsi abbandonato, tradito, e, di conseguenza, geloso, nasce forse dal crollo della sua autostima: se non desta più l’attenzione dell’altro, se non suscita più il suo affetto (più che altro se non lo riceve come vorrebbe: non è detto che questa sua sensazione corrisponda a ciò che il partner sente davvero), questo significa che tanto attraente, valido e consistente poi non è.

Come ripristinare la situazione previa? Musi lunghi, lamentele, brontolamenti, ricatti, imposizioni… che, naturalmente, ottengono il risultato opposto.

Penso che a volte anche il rapporto sessuale venga vissuto dal geloso come una ripresa di possesso dell’altro per rassicurarsi sul permanere della propria validità (un’acuirsi della gelosia, ad esempio, porta a una vigorosa ripresa dei rapporti sessuali).

I comportamenti del partner che il geloso sente irritanti a volte, è vero, possono anche non essere del tutto equilibrati, ma ne viene esagerato l’impatto da una sensibilità esasperata, che li sente tradimento della fiducia, dei patti, di un corretto vivere in coppia, di decisioni prese assieme.

Naturalmente, all’esagerazione l’altro risponde minimizzando, per cui il geloso si arrabbia ancor di più, non sentendo riconosciuta come realistica la sua “verità”.

Inizia così un dialogo tra sordi, che non può portare a una conclusione e a un accordo, perché quello che è creduto un problema non è il problema.

Come se ne esce? Non certo affrontando questo problema, ma affrontando il problema. Che probabilmente è quello della mancata elaborazione di un abbandono, che viene ora rivissuto ad ogni comportamento del partner che glielo fa ricordare.

Bisognerebbe diventare capaci di una solitudine soddisfatta, raggiungendo una solidità che non abbisogna di puntelli. Una parola! La sfida di una vita intera! Per il momento basterebbe anche solo si rendesse conto che il problema non è l’altro (che certo ha i suoi problemi, magari anche grossi. Ma questa è un’altra storia…), ma il problema è in lui. Forse questo aiuterebbe a ridimensionarlo e non farlo rimanere continua fonte di litigio.

                                                                                    Michele Bortignon


Ascolta il testo

Nessun commento:

Posta un commento