A volte siamo “costretti”, dalla situazione stessa in cui ci
troviamo a vivere, a trovarci a contatto con persone care che hanno bisogno del
nostro sostegno, in questo modo diventiamo così ...spontaneamente ...accompagnatori
spirituali.
Quando i nostri genitori diventano anziani, o fuggiamo dal
problema o lo affrontiamo con amore e li accompagniamo nel loro cammino di
vecchiaia e, a volte, di malattia. Mettersi in ascolto di queste persone non è
sempre facile. Molto dipende dai caratteri delle persone coinvolte e dal
rapporto personale che si ha con il genitore, dalle esperienze vissute in
comune. Talvolta viene richiesto uno sforzo interiore forte, che ci aiuti ad
andare oltre le divergenze caratteriali e a guardare al genitore quale persona
umana in tutta la sua fragilità del momento e ad ascoltarlo e ad accompagnarlo
senza rivangare il passato e senza aspettarsi alcuna ricompensa, vivendo il
presente donando se stessi con la certezza nel cuore che ciò è bene sia per noi
che per lui.
Il “non temere: io
sono con te” che il Signore ci sussurra all’orecchio in queste situazioni
diventa un “non temere: io sono con te”
anche per le persone che hanno bisogno del nostro sostegno, supporto e ascolto.
Ciò può diventare per noi motivo di grande gioia. E, quando siamo affaticati e
tristi, permettiamoci di esserlo, perché
è tutto normale; ma non cediamo allo scoraggiamento e rimettiamoci in cammino
cercando di creare armonia attorno a noi. Il “non temere: io sono con te” diventa così un pilastro al quale
appoggiarsi ogni giorno e in ogni momento critico. In questo modo il Signore dà
sicurezza a noi e noi trasmettiamo sicurezza a chi attorno a noi ne ha bisogno
e diventiamo per loro un pilastro a nostra volta.
In questo modo, la paura, il dolore, le sofferenze della
vecchiaia e della malattia trovano uno spiraglio di luce e una speranza in una
persona a cui fare riferimento: qualcuno si sta amorevolmente occupando di loro
e dei loro bisogni.
Anna Bizzotto
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