La Chiesa si prepara quattro
settimane prima per questo evento. La società consumistica molto prima e per
motivi diametralmente opposti. Soprattutto i secondi, molto velocemente, girano
pagina per lasciar posto ad altro.
Ma se Dio si incarna in
un uomo per essere vicino all'uomo, lo ha fatto una volta per tutte per poi
restare incarnato nella nostra vita. E allora lasciamo da parte per
questa volta Gesù bambini, pastori e Magi; cerchiamo, invece, il Dio incarnato,
qui e ora, nelle situazioni pesanti e dolorose della nostra vita.
Come ho visto Dio
incarnarsi nel problema che sto vivendo in questo momento?
Che frutti di
esperienza di vita, di crescita umana e spirituale sta portando?
A queste domande abbiamo cercato di rispondere per non fermarci al sentimentalismo natalizio del momento e andare più in profondità alla scoperta di quel Dio che si fa concretamente carne ogni giorno.
A queste domande abbiamo cercato di rispondere per non fermarci al sentimentalismo natalizio del momento e andare più in profondità alla scoperta di quel Dio che si fa concretamente carne ogni giorno.
“Quando la stanchezza arriva e tutto sembra
complicato, mi ricentro nel Signore e cerco la preghiera quale momento per
riequilibrarmi e per ringraziare. E… ogni volta Lui è lì, pronto ad ascoltarmi,
ad accogliermi e ad amarmi. Dio agisce nel profondo del mio animo e attraverso
una nostalgia di Lui mi chiama, si fa vivo, e con la sua presenza mi incoraggia
a non mollare e a gioire malgrado tutto, perché Lui è con me. Osservo lo
spirito del male agire in me nelle pieghe dei miei affanni e delle mie ansie
quotidiane, nel mio egoismo, ma Lui è lì silenzioso e pronto ad abbracciarmi
quando meno me lo spetto attraverso il sorriso di una persona, le parole di
un’amica. Noto lo spirito del male agire nelle persone che incontro e che mi
circondano; è difficile talvolta sopportare i comportamenti negativi altrui!
Con la presenza del Signore, però, anche questo assume un nuovo aspetto, un
nuovo significato e io assieme a Lui trovo la forza di ascoltare, ove
possibile, di aiutare e di non permettere agli altri di demolirmi. Ecco, molto
spesso il Signore mi aiuta a difendermi e ad avere speranza anche dove sembra
che nulla sia possibile. Lui è un balsamo che lenisce le mie e le altrui
ferite, un consigliere prezioso che mi suggerisce sempre di guardare alla vita
con pienezza, bellezza e gratitudine. Ed è lì che vedo nitida la sua presenza.
Il Signore mi sussurra pensieri di
compassione e misericordia nei confronti del prossimo, anche dove sembra che il
male sia infiltrato nel profondo dell’essere umano. E così riesco ad andare
oltre a ciò che appare bieco cinismo o puro odio.
Nel mio cammino procedo con la convinzione
nel cuore di non essere più sola e per questo ringrazio Dio e tutte le persone
di fede che, seme dopo seme, hanno contribuito e contribuiscono alla mia
progressiva felicità e libertà interiore.”
“L’apice di questo mio nuovo modo di essere
e di riconoscere Dio incarnato nella mia vita e nei miei problemi è stato a novembre
quando ho sentito, assieme a mio figlio, l'aria del Natale e ho percepito la
bellezza, la gioia e la sacralità dell'Avvento.
Non so perché, ma proprio quel giorno mi si
è spalancata una porta all'improvviso e da allora ho sentito il mio cuore
aprirsi totalmente alla luce, alla gioia interiore, al sorridere alla gente. È
stata come una tegola in testa che ha messo in stand by i circuiti della
ragionevolezza per lasciar spazio a un amore travolgente che cresceva dentro
me, senza più paure. Un miracolo!
Uno stupore sconfinato mi accompagna quando
ci penso. Ringrazio il Signore di essere finalmente entrata nella Sua Grazia.
Lo ringrazio della sua premurosa attesa
e di accogliermi sempre a braccia aperte nella misericordia. La pace interiore
che provo è indescrivibile. La gioia è contagiosa. Le persone si stanno
accorgendo di una mia nuova energia: gli abbracci aumentano e con essi i
sorrisi.
Da chi mi attacca ho cominciato a
difendermi con il cuore e non più con la testa. A eventuali comportamenti
scorretti, reagisco semplicemente lasciando affiorare le parole dal cuore e il
frutto lo riconosco dall’essere in pace senza bisogno di sentirmi riconosciuta
né di sentirmi dire che ho ragione. Il frutto lo vedo anche dai cambiamenti
nelle reazioni di mio marito al mio agire: mi porta più rispetto.
Dio si rivela in questa strana armonia in
movimento verso una meta che non conosco; scelgo di vivere lo Spirito alla
giornata e di organizzarmi la vita a breve termine per gustarmela di più.
Le preghiere della sera con mio figlio si
sono trasformate in poesie cantate; ogni sera con parole nuove Gesù ed il
Signore non mancano di comparire e di dare significato alla vita: qui c'è Dio.
Oggi mi sento molto amata, di un amore
intimo ed autentico... divino!
Per arrivare a questo sentire ho camminato
tantissimo e il cammino continuerà con la mano nella mano di Gesù, Cristo
Risorto”.
“Quando ho un problema la cosa
peggiore è viverlo da sola; la possibilità di condividerlo con qualcuno, anche
se non me lo risolve, me lo alleggerisce. Avere la possibilità, poi, di
condividere il mio peso con Dio, cioè parlargliene in preghiera, gli toglie la
carica negativa e lo alleggerisce perché lo sento portato insieme a Lui.
Incarnare Dio nel mio problema significa vederci una via di speranza; se non un
senso, almeno un insegnamento, una possibilità di imparare, di tirar fuori
qualità, capacità, energie nuove. Significa vivere il problema con fede,
speranza e amore. Per me è questo vedere Dio incarnarsi nel mio problema:
accorgermi che una strada nel deserto si apre davanti ai miei occhi e sotto ai
miei piedi (Is 43,19).
A Betlemme Dio si incarna in un neonato debole,
fragile, dipendente da altri, apparentemente insignificante. Appunto questa è
la Sua modalità: Dio si incarna nelle situazioni della mia vita entrandovi in
punta di piedi, in silenzio e con rispetto, bussando o trovando la porta
socchiusa e sistemandosi in un angolino. Dio non stravolge, non dirompe nella
mia storia sconvolgendola, ma si fa spazio in ciò che vivo, come per dirmi: “Io
ci sono, io sono con te, se mi vuoi, se mi vedi. Magari non sono nel tuo
problema come tu vorresti, ma lo sono come a te - io lo so! - può
servire". Allora se guardo il mio problema con occhi nuovi posso
riconoscere il Dio incarnato in un abbraccio, in uno sguardo, in un sorriso, in
un “Ti voglio bene, hai bisogno?, se vuoi io posso…, ti aiuto, sei stanca: cosa
posso fare?”. Dio si incarna in piccole gocce di speranza e di amore che si
trasformano in una pioggerellina di benedizioni silenziose che mi avvolgono
bagnandomi in un abbraccio virtuale di tutto l’amore che sento”.
“La mia esperienza di Dio è stata
sorprendente: il suo immenso amore contemplato attraverso la venuta di suo
figlio in questo mondo e intravisto nel percorso della mia vita ora ritorna
attraverso di me per giungere a mio marito. La storia d’amore si ripete… e non
è forse questo il suo messaggio universale e sempre valido? AMORE perché Lui è
AMORE e se restiamo in questa linea siamo anche noi Amore.
Amore che non bada ai propri desideri e ai
propri interessi, ma si spinge più in là, dove le fragilità e i limiti si fanno
pesanti da sopportare e tutto ti sembra insuperabile e impossibile. Ma, quando
metti da parte il tuo essere in ”prima fila”, ecco che ti sorprende come il SUO
Spirito ti trasformi fino a commuoverti e l’atteggiamento che avevi prima, di
sfida e di rabbia, ora diventa di accoglienza e di accompagnamento. I frutti
sono immediati: la tensione si allenta, l’anima acquista forza ed è pronta a
riprendere il suo percorso, sicura che tutto sarà bene.
Dio con il suo amore mi dona la visione
dell’altro dal suo punto di vista: i suoi punti deboli diventano allora per me occasioni
per ridimensionarmi e sentirlo più caro e da amare”.
“Quest’anno il mio
Natale è arrivato quando ho alzato gli occhi dal mio problema, interpellato dal
problema di una mia collega d’ufficio. Cristo si è allora incarnato in me per
lei; e in lei e negli altri miei colleghi per me, facendomi scoprire che nel lavoro
non c’è solo il lavorare, ma spazio per i rapporti umani. E’ emersa così la
benedizione nascosta nel mio problema: Dio c’è dove non te lo aspetti se
cominci a viverlo dove non ci hai mai pensato”.
“Traduco incarnarsi con altre parole che
sento più vicine, idonee, calzanti. Dov’è Dio nel problema che sto vivendo? Dio
non è lontano, ma è con me. La sua presenza si fa sentire nel momento in cui io
aumento la forza, la tenacia e la voglia di esserci nel problema. Dio non
risolve, non giudica, non valuta, non ha aspettative: è seduto accanto a me e,
quando io crollo o mi abbatto, lui soffre con me. È il mio carburante per
ripartire, la mia batteria per rimettermi in moto e tornare sul campo. Non mi
risolve i problemi, non ha bacchetta magica. Ha molta capacità di ascolto, e
bontà nell’incassare anche le mie arrabbiature e le mie delusioni. Attende che
io mi riprenda anche quando vado giù di tono, di forze e di speranza. Attende
quando mi attardo, quando perdo la via, quando mi cullo nella mia sofferenza. Talvolta
rimane molto in silenzio ...a lungo ...troppo a lungo: quasi finisco per
credere che se ne sia andato e in quel momento mi viene da pensare che forse
non c’è mai stato e sento che tutto sta per finire. Ma poi si riparte...: lo
spirito mi ha avvolto.
Che frutti vedo? Mi ha reso più forte e ha
ispessito la mia corazza per non farmi soffrire, per poter attutire meglio i
colpi. Mi ha suggerito di non arrabbiarmi, di accettare gli altri, di non giudicare,
di vedere l’altro lato della medaglia. Mi ha insegnato a fare esperienza di Lui
attraverso le fatiche e le difficoltà. Ho preso consapevolezza che per certe
vie bisogna passare, piaccia o no. Ho capito che in alcune situazioni non si
trova sempre la soluzione,
che i miei tempi non sono i suoi e non sono
i tempi degli altri. Sto accettando che
non sempre c’è un unica risposta e che non sempre la soluzione è quella che
piace a me. Mi sento leggera e soddisfatta quando la scelta giusta si dimostra
tale... e gioisco con Lui”.
Abbiamo voluto farvi dono di
queste esperienze concrete perché l’augurio che vogliamo farvi per questo
Natale è un kèrigma pasquale: “Cristo è vivo! Incarnato nelle nostre storie e
aspetta di essere riconosciuto come il Risorto!”
Buon Natale di Gesù nella vostra
vita!
Anna, Cristina, Maria Rosa,
Marilisa, Michele, Rosita
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