12/21/2015

Natale: alla scoperta di Dio nell'umano

È facile intenerirsi davanti al bimbo nella greppia tra il bue e l'asinello, è  facile anche lasciarsi trasportare dal clima ovattato e sentimentale del Natale.
La Chiesa si prepara quattro settimane prima per questo evento. La società consumistica molto prima e per motivi diametralmente opposti. Soprattutto i secondi, molto velocemente, girano pagina per lasciar posto ad altro.
Ma se Dio si incarna in un uomo per essere vicino all'uomo, lo ha fatto una volta per tutte per poi restare incarnato nella nostra vita.  E allora lasciamo da parte per questa volta Gesù bambini, pastori e Magi; cerchiamo, invece, il Dio incarnato, qui e ora, nelle situazioni pesanti e dolorose della nostra vita.  
Come ho visto Dio incarnarsi nel problema che sto vivendo in questo momento?
Che frutti di esperienza di vita, di crescita umana e spirituale sta portando?
A queste domande abbiamo cercato di rispondere per non fermarci al sentimentalismo natalizio del momento e andare più  in profondità  alla scoperta di quel Dio che si fa concretamente carne ogni giorno.

“Quando la stanchezza arriva e tutto sembra complicato, mi ricentro nel Signore e cerco la preghiera quale momento per riequilibrarmi e per ringraziare. E… ogni volta Lui è lì, pronto ad ascoltarmi, ad accogliermi e ad amarmi. Dio agisce nel profondo del mio animo e attraverso una nostalgia di Lui mi chiama, si fa vivo, e con la sua presenza mi incoraggia a non mollare e a gioire malgrado tutto, perché Lui è con me. Osservo lo spirito del male agire in me nelle pieghe dei miei affanni e delle mie ansie quotidiane, nel mio egoismo, ma Lui è lì silenzioso e pronto ad abbracciarmi quando meno me lo spetto attraverso il sorriso di una persona, le parole di un’amica. Noto lo spirito del male agire nelle persone che incontro e che mi circondano; è difficile talvolta sopportare i comportamenti negativi altrui! Con la presenza del Signore, però, anche questo assume un nuovo aspetto, un nuovo significato e io assieme a Lui trovo la forza di ascoltare, ove possibile, di aiutare e di non permettere agli altri di demolirmi. Ecco, molto spesso il Signore mi aiuta a difendermi e ad avere speranza anche dove sembra che nulla sia possibile. Lui è un balsamo che lenisce le mie e le altrui ferite, un consigliere prezioso che mi suggerisce sempre di guardare alla vita con pienezza, bellezza e gratitudine. Ed è lì che vedo nitida la sua presenza.
Il Signore mi sussurra pensieri di compassione e misericordia nei confronti del prossimo, anche dove sembra che il male sia infiltrato nel profondo dell’essere umano. E così riesco ad andare oltre a ciò che appare bieco cinismo o puro odio.
Nel mio cammino procedo con la convinzione nel cuore di non essere più sola e per questo ringrazio Dio e tutte le persone di fede che, seme dopo seme, hanno contribuito e contribuiscono alla mia progressiva felicità e libertà interiore.”

“L’apice di questo mio nuovo modo di essere e di riconoscere Dio incarnato nella mia vita e nei miei problemi è stato a novembre quando ho sentito, assieme a mio figlio, l'aria del Natale e ho percepito la bellezza, la gioia e la sacralità dell'Avvento.
Non so perché, ma proprio quel giorno mi si è spalancata una porta all'improvviso e da allora ho sentito il mio cuore aprirsi totalmente alla luce, alla gioia interiore, al sorridere alla gente. È stata come una tegola in testa che ha messo in stand by i circuiti della ragionevolezza per lasciar spazio a un amore travolgente che cresceva dentro me, senza più paure. Un miracolo!
Uno stupore sconfinato mi accompagna quando ci penso. Ringrazio il Signore di essere finalmente entrata nella Sua Grazia. Lo  ringrazio della sua premurosa attesa e di accogliermi sempre a braccia aperte nella misericordia. La pace interiore che provo è indescrivibile. La gioia è contagiosa. Le persone si stanno accorgendo di una mia nuova energia: gli abbracci aumentano e con essi i sorrisi.
Da chi mi attacca ho cominciato a difendermi con il cuore e non più con la testa. A eventuali comportamenti scorretti, reagisco semplicemente lasciando affiorare le parole dal cuore e il frutto lo riconosco dall’essere in pace senza bisogno di sentirmi riconosciuta né di sentirmi dire che ho ragione. Il frutto lo vedo anche dai cambiamenti nelle reazioni di mio marito al mio agire: mi porta più rispetto.
Dio si rivela in questa strana armonia in movimento verso una meta che non conosco; scelgo di vivere lo Spirito alla giornata e di organizzarmi la vita a breve termine per gustarmela di più.
Le preghiere della sera con mio figlio si sono trasformate in poesie cantate; ogni sera con parole nuove Gesù ed il Signore non mancano di comparire e di dare significato alla vita: qui c'è Dio.
Oggi mi sento molto amata, di un amore intimo ed autentico... divino!
Per arrivare a questo sentire ho camminato tantissimo e il cammino continuerà con la mano nella mano di Gesù, Cristo Risorto”.

Quando ho un problema la cosa peggiore è viverlo da sola; la possibilità di condividerlo con qualcuno, anche se non me lo risolve, me lo alleggerisce. Avere la possibilità, poi, di condividere il mio peso con Dio, cioè parlargliene in preghiera, gli toglie la carica negativa e lo alleggerisce perché lo sento portato insieme a Lui. Incarnare Dio nel mio problema significa vederci una via di speranza; se non un senso, almeno un insegnamento, una possibilità di imparare, di tirar fuori qualità, capacità, energie nuove. Significa vivere il problema con fede, speranza e amore. Per me è questo vedere Dio incarnarsi nel mio problema: accorgermi che una strada nel deserto si apre davanti ai miei occhi e sotto ai miei piedi (Is 43,19).
A Betlemme Dio si incarna in un neonato debole, fragile, dipendente da altri, apparentemente insignificante. Appunto questa è la Sua modalità: Dio si incarna nelle situazioni della mia vita entrandovi in punta di piedi, in silenzio e con rispetto, bussando o trovando la porta socchiusa e sistemandosi in un angolino. Dio non stravolge, non dirompe nella mia storia sconvolgendola, ma si fa spazio in ciò che vivo, come per dirmi: “Io ci sono, io sono con te, se mi vuoi, se mi vedi. Magari  non sono nel tuo problema come tu vorresti, ma lo sono come a te - io lo so! - può servire". Allora se guardo il mio problema con occhi nuovi posso riconoscere il Dio incarnato in un abbraccio, in uno sguardo, in un sorriso, in un “Ti voglio bene, hai bisogno?, se vuoi io posso…, ti aiuto, sei stanca: cosa posso fare?”. Dio si incarna in piccole gocce di speranza e di amore che si trasformano in una pioggerellina di benedizioni silenziose che mi avvolgono bagnandomi in un abbraccio virtuale di tutto l’amore che sento”.

“La mia esperienza di Dio è stata sorprendente: il suo immenso amore contemplato attraverso la venuta di suo figlio in questo mondo e intravisto nel percorso della mia vita ora ritorna attraverso di me per giungere a mio marito. La storia d’amore si ripete… e non è forse questo il suo messaggio universale e sempre valido? AMORE perché Lui è AMORE e se restiamo in questa linea siamo anche noi Amore.
Amore che non bada ai propri desideri e ai propri interessi, ma si spinge più in là, dove le fragilità e i limiti si fanno pesanti da sopportare e tutto ti sembra insuperabile e impossibile. Ma, quando metti da parte il tuo essere in ”prima fila”, ecco che ti sorprende come il SUO Spirito ti trasformi fino a commuoverti e l’atteggiamento che avevi prima, di sfida e di rabbia, ora diventa di accoglienza e di accompagnamento. I frutti sono immediati: la tensione si allenta, l’anima acquista forza ed è pronta a riprendere il suo percorso, sicura che tutto sarà bene.
Dio con il suo amore mi dona la visione dell’altro dal suo punto di vista: i suoi punti deboli diventano allora per me occasioni per ridimensionarmi e sentirlo più caro e da amare”.

“Quest’anno il mio Natale è arrivato quando ho alzato gli occhi dal mio problema, interpellato dal problema di una mia collega d’ufficio. Cristo si è allora incarnato in me per lei; e in lei e negli altri miei colleghi per me, facendomi scoprire che nel lavoro non c’è solo il lavorare, ma spazio per i rapporti umani. E’ emersa così la benedizione nascosta nel mio problema: Dio c’è dove non te lo aspetti se cominci a viverlo dove non ci hai mai pensato”.

“Traduco incarnarsi con altre parole che sento più vicine, idonee, calzanti. Dov’è Dio nel problema che sto vivendo? Dio non è lontano, ma è con me. La sua presenza si fa sentire nel momento in cui io aumento la forza, la tenacia e la voglia di esserci nel problema. Dio non risolve, non giudica, non valuta, non ha aspettative: è seduto accanto a me e, quando io crollo o mi abbatto, lui soffre con me. È il mio carburante per ripartire, la mia batteria per rimettermi in moto e tornare sul campo. Non mi risolve i problemi, non ha bacchetta magica. Ha molta capacità di ascolto, e bontà nell’incassare anche le mie arrabbiature e le mie delusioni. Attende che io mi riprenda anche quando vado giù di tono, di forze e di speranza. Attende quando mi attardo, quando perdo la via, quando mi cullo nella mia sofferenza. Talvolta rimane molto in silenzio ...a lungo ...troppo a lungo: quasi finisco per credere che se ne sia andato e in quel momento mi viene da pensare che forse non c’è mai stato e sento che tutto sta per finire. Ma poi si riparte...: lo spirito mi ha avvolto.
Che frutti vedo? Mi ha reso più forte e ha ispessito la mia corazza per non farmi soffrire, per poter attutire meglio i colpi. Mi ha suggerito di non arrabbiarmi, di accettare gli altri, di non giudicare, di vedere l’altro lato della medaglia. Mi ha insegnato a fare esperienza di Lui attraverso le fatiche e le difficoltà. Ho preso consapevolezza che per certe vie bisogna passare, piaccia o no. Ho capito che in alcune situazioni non si trova sempre la soluzione,
che i miei tempi non sono i suoi e non sono i tempi degli altri. Sto accettando  che non sempre c’è un unica risposta e che non sempre la soluzione è quella che piace a me. Mi sento leggera e soddisfatta quando la scelta giusta si dimostra tale... e gioisco con Lui”.

Abbiamo voluto farvi dono di queste esperienze concrete perché l’augurio che vogliamo farvi per questo Natale è un kèrigma pasquale: “Cristo è vivo! Incarnato nelle nostre storie e aspetta di essere riconosciuto come il Risorto!”
Buon Natale di Gesù nella vostra vita!


                                                  Anna, Cristina, Maria Rosa, Marilisa, Michele, Rosita

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