2/11/2016

Il divisore, l'accusatore e il difensore...

Se vogliamo comprendere la misericordia di Dio, prima dobbiamo conoscere come agisce lo spirito del male.
Questo si presenta sotto due forme: il diavolo e il satana. Come dice il nome, il diavolo (dal greco dia-ballo) è il divisore, il frantumatore. Suo compito è separarci da Dio facendo andare in frantumi la nostra vita. Non va da tutti: alcuni hanno già ridotto da soli la propria vita ad un cumulo di rottami! Si concentra dunque su quelli che stanno facendo del bene, la cui vita sta crescendo in Dio. E’ qui il pericolo per lui: queste persone stanno svolgendo un’azione contraria alla sua: ricompongono i frammenti di vite spezzate ridando solidità, coraggio, voglia di Vivere. Il diavolo, dunque, punta direttamente ai loro bisogni, trasformandoli in pulsioni ossessive. A questo punto è inevitabile, nella persona tentata, uno sbandamento emozionale che spesso trascina anche comportamenti “fuori stile”. E’ qui che entra in scena il satana. Accanto a questi comportamenti “fuori stile”, la persona ne ha anche altri con cui, come può, cerca di resistere alla tentazione, di tornare in carreggiata. Ma il satana, l’ “accusatore”, evidenzia solo i primi, scatenando devastanti sensi di colpa e di indegnità, con cui, ancora una volta, cerca di separare la persona dalla relazione con Dio.
E Dio, nel frattempo, cosa fa?
In un primo tempo non fa proprio nulla. Lascia che la tentazione prima e la vergogna poi facciano il loro corso. Non ci priva di un’esperienza di vita che può insegnarci qualcosa! Con la vita, Egli ci ha affidato il compito di crescere fino alla piena statura del Cristo, nel quale ci ha creati. Poi, quando la caduta ci ha ben piantati nell’ “humilitas”, ci ha dato cioè la natura dell’ “humus” (fatto di scorie di ciò che un tempo era stato vivo, ma, per ciò stesso, fonte di nutrimento per nuova vita), ribatte all’azione del diavolo come “Consolatore”, dicendoci «Ti ho sempre voluto bene, te ne voglio ora e te ne vorrò sempre. Sei mio figlio, che amo»; ribatte quindi all’azione del satana come “Paraclito”, ossia come avvocato difensore, dicendoci «Ho fiducia in te» e ci mostra a noi stessi degni di fiducia evidenziando quegli altri comportamenti, a cui non avevamo dato peso, con i quali abbiamo cercato di arginare la tentazione. E con la carezza dolce del suo sguardo fa crescere questi e ne fa sbocciare altri.

Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte (Ap 12,10).

Michele Bortignon

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