Gli atteggiamenti, i comportamenti, le scelte, le decisioni che decidono la direzione del nostro cammino sono determinate da ciò che proviamo interiormente più ancora che da quel che pensiamo: come dice Pascal, "Il cuore ha ragioni che la ragione non comprende".
Questi sentimenti,
che proviamo come reazione interiore a una presa di coscienza, a un
avvenimento, a un'esperienza di vita e che ci spingono ad assumere un
determinato atteggiamento, comportamento o decisione, sono chiamati
"mozioni", appunto in quanto ci muovono a un’azione.
Da qui l’importanza di prendere coscienza
dei sentimenti che stai vivendo e dei pensieri nei quali essi si esprimono:
sono essi che indicano la direzione del cammino che stai ora percorrendo.
Il pensiero
indica la direzione, il sentimento fornisce l’energia per percorrere la strada
che essa indica. Devi allora fermarti per accordare il cuore (in cui agiscono
queste spinte interiori), la mente (che dà senso a ciò che sta succedendo) e il
corpo (che agisce di conseguenza) in un comportamento, in una decisione che ti
lasci dentro una pace vasta, profonda e duratura.
Senza
discernimento, continuerai ad agire in maniera disintegrata, sotto la spinta di
condizionamenti inconsci: non sei tu ad agire liberamente, prendendo decisioni,
ma sono questi condizionamenti a dirigere la tua vita. Sarai libero quando
sarai responsabile della tua vita, decidendone la direzione assieme al tuo
Signore; e, poiché vivere nello Spirito di Cristo è vita vera, questo ti darà
serenità.
L’esperienza delle mozioni interiori è
spesso così forte da essere avvertita come azione di una forza esterna a sé
(Biblicamente, una forza che viene avvertita agire sull’animo umano
dall’esterno (non è l’uomo che la comanda) viene chiamata “spirito”), che viene
identificata nello Spirito Santo quando spinge al bene, o viene chiamata
spirito del male, diavolo, satana, nemico, tentatore, maligno quando spinge al
male.
L’esistenza di una forza del male personale
contrapposta a Dio non è però fondata né biblicamente né teologicamente. Gesù
nel Vangelo chiama “satana” ideologie o persone che tentano di condizionarlo
impedendogli di essere libero. Nel caso più comune, “satana” sono le nostre
ferite non ancora guarite che ci portano a modi sbagliati di agire e di
reagire.
Né, d’altra parte, Dio agisce direttamente
sulla nostra coscienza condizionando il nostro agire, perché l’amore lascia
sempre liberi; Dio semplicemente offre il proprio amore, che possiamo
accogliere o meno, facendolo o meno vivere nelle nostre relazioni con gli
altri.
Pedagogicamente può comunque essere mantenuta l’identificazione tra
spirito del bene e Dio e tra spirito del male e diavolo, in quanto semplifica
la comprensione dei meccanismi di funzionamento delle nostre azioni e
decisioni.
Le mozioni sono dunque l’esprimersi di due forze interiori, tra loro
contrapposte, che, attraverso di esse, tentano ciascuna di portarci a
realizzare ciò che essa propone in scelte, comportamenti, atteggiamenti. Come,
più laicamente, chiamare queste forze?
Da una parte ci sono i nostri desideri di bene, che ci conducono a costruire relazioni positive con gli altri; considerate le conseguenze, li chiameremo “spirito del bene”.
Dall’altra ci sono le nostre paure e angosce, che ci spingono verso un bene immediato, esclusivamente personale, che più tardi ci chiuderà però nell'esperienza di una solitudine radicale; considerate le conseguenze, le chiameremo “spirito del male”.
Michele Bortignon
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