“Anche la cima che sovrasta la più irragionevole parete ci
invita a salire. E se noi riusciremo a vincerla, la gioia del successo sarà
intimamente più bella”.
Emilio Comici
Prendi un viaggio, mettilo dentro
ad una giornata di inizio primavera con un sole tiepido, l’aria profumata di
fiori ed erba nuova; aggiungici un pizzico di vento leggero e mettici anche una
strada ampia, pianeggiante, senza traffico: perfetta. Ma, all’improvviso, lo
scenario, come in un sogno che diventa incubo, cambia: ti ritrovi dentro
ad una notte buia, fredda, senza luna
né stelle; aggiungici una strada che non conosci. All’inizio, quando l’hai
imboccata, sembrava larga, pianeggiante, ben illuminata, ma poi si fa malferma,
accidentata, insicura. L’unica certezza che hai è la meta; sai che è buona, ma
non sai se percorrendo quella strada riuscirai ad arrivarci, oppure se finirai
fuori, scaraventata in un dirupo che ti lascerà conseguenze permanenti.
Un bene in prospettiva e un
pericolo nell’immediato... cosa fai? Ti fermi e non prosegui per non rischiare?
Prosegui ingessata dalla paura fra mille precauzioni col rischio di perdere
eventuali bellezze e lezioni dal viaggio? Oppure vai avanti, impavida, costi
quel che costi, troppo bella la meta
per non rischiare di raggiungerla?
Ecco, quella che potrebbe essere
la scena di un film o la pagina di un libro può accadere anche nella vita
spirituale, soprattutto quando si raggiungono determinate altezze: la meta è
buona, ma la strada diventa non più sicura o semplice come credevi, ma
insidiata dalle tentazioni. Sembra quasi che il demonio, messo all’angolo dalla
tua capacità di discernimento e dall’acquisita capacità di gestire i suoi
inganni, che ormai conosci bene, si diverta ora a scatenarti contro situazioni
impreviste, a cui non sei preparata, e che ti spaventano con la loro potenza. Che
fai allora? Riprendiamo le tre possibilità individuate:
1. Ti fermi: troppo rischioso
proseguire. Perdo un bene possibile per non rischiare di cadere nel male.
Effettivamente sembrerebbe la soluzione più sensata, ma così facendo assecondi
lo spirito del male, che vince raggiungendo il suo scopo: ti ha di fatto
bloccato, impedendoti di proseguire nella ricerca del bene.
2. Prosegui fra mille paure e
mille attenzioni, limitandoti la libertà, la spontaneità e la naturalezza per
non rischiare. Il risultato è che perdi anche occasioni importanti di crescita
ed esperienza: è infatti proprio dagli errori, dagli scivoloni che impari a
rialzarti e ad afferrare la mano di Chi ti dice: “Non temere io Sono con te”.
Anche in questo caso ad averla vinta è lo spirito del male che riesce a
limitare il possibile bene che puoi ricavare anche dalla lezione che la vita ti
sta impartendo in presa diretta e a non farti sperimentare un Dio
misericordioso che ti è vicino nella prova.
3. Vai avanti per fede, credendo che
“Sul monte il Signore provvede»” (Gen 22,14). Come Abramo ti fidi, brancoli nel
buio, non vedi a un palmo dal naso, ti sembra tutto sbagliato, tutto troppo
pericoloso, ma una vocina dentro di te ti dice di andare avanti, che non sei da
sola, che la meta è troppo bella per non essere raggiunta. Quello che hai
ricevuto e dato finora è stato troppo bello, troppo buono per non riconoscervi
la mano di Dio. E allora ti fidi che Lui continuerà ad esserci, ché non vuole
lasciare incompiuta l’opera iniziata in te e attraverso di te: stai portando avanti qualcosa che non ti
appartiene, che non è solo “roba tua”, ma che è anche nel cuore di Dio. Lui sa
cosa permettere e cosa no e come recuperare ciò che a noi sembrerebbe irrimediabile.
A volte ci sono cose che il buon
senso o la paura bocciano come sbagliate e pericolose, ma che la fede, aiutata
dal discernimento, intuisce essere troppo belle e grandi per non lasciarle
volare. Certo… potresti cadere! Ma che Dio sarebbe quello che non ti raccoglie
e non ti fa volare sulle sue ali finché tu non abbia reimparato a farlo da
sola?
Maria
Rosa Brian
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